PARTE IIIa
trascrizione a cura del Prof. Lucio Imbriglio
estensione
della voce infantile
Quando i bambini s'iniziano al
canto, e questo avviene nei giardini d'infanzia, la loro voce ha
un'estensione irrisoria, ragione per cui i compositori di canti educativi
scolastici quando sono chiamati a scrivere per i piccini si trovano a
disagio: non pochi, anzi, rispondono che non si può far nulla!
L'acquisto della voce umana
nella laringe deve avvenire per gradi minimi: guai a chi la sforza!
Questa, diremo così, conquista dei suoni vocali, esige esercizio frequente,
brevissimo, costante.
La scala diatonica maggiore è,
si può dire, la base dell' insegnamento musicale, sia strumentale, che
vocale. E il perchè si sa: essa è un complesso di suoni strettamente fra
loro collegati, in modo che l'orecchio si trasporta dall'uno all'altro
come se una forza istintiva lo chiamasse in cerca di un suono di posa.
Insegnando, però, il canto ai
bambini, si dà subito di cozzo in un contrattempo. Com'è possibile far
loro percorrere subito la scala se la voce va, stentatamente, fino al sol o
al la? Non c'illudiamo, e guardiamoci bene dal domandare alla voce
infantile più di quanto essa ci può dare.
Noi la porteremo facilmente, e
in breve, all'esecuzione di tutta la scala (e anche più in là) se avremo
l'avvertenza di farle eseguire alcuni esercizi preparatori.
La progressione cromatica non
è la più adatta per educare l'orecchio, però abbiamo detto che la voce si
deve conquistare per via di semitoni: orbene, per queste circostanze
contrarie, noi saremo costretti a formulare degli esercizi che, mentre
conservano all'orecchio del fanciullo la sensazione diatonica, faranno
progredire la voce per gradi semitonali.
Eccoci, pertanto, alla parte
sostanziale di questo abbicì, costituita di esercizi vocali maturati
dall'esperienza di lunghi anni dedicati all'educazione infantile. In essi si
è tentato di riuníre facilità, diletto, utilità, allo scopo di
preparare la voce e l'orecchio del bambino all'esecuzione intonata e
geniale di buoni canti, rispondenti agli scopi complessi di questo
importante ramo della educazione che andiamo trattando.
Alla parte cantabile si è
aggiunto un semplice accompagnamento da eseguirsi con una sola mano, e ciò
perché lo si possa adattare anche a strumenti che hanno tastiera
limitata, ad esempio il Guida-voce Stornati, usato da molte educatrici,
mercé il quale la mano sinistra restando libera, può segnare la misura del tempo.
Chi dovesse accompagnare
questi esercizi al pianoforte, potrà facilmente aggiungervi un basso. Data
la breve estensione della voce infantile, si è trovato superfluo in
parecchi di questi esercizi proseguire nella successione delle tonalità
per compiere il circolo armonico; il difetto, però, resta scusato
dall'esempio di autori ben noti, quali il Parofka.
Nell'incertezza che questi miei tentativi non abbiano sempre a incontrare il favore delle educatrici, mi sia conforto il dire che quando il fanciullo s'interessa degli esercizi che gli presentiamo e ritorna spontaneamente su di essi, e li innesta, sia pure barbaramente, ne' suoi trastulli, possiamo essere certi d'avere sfondato una parte della di lui intelligenza, senza fargli alcun male. Si suol credere che l'infanzia ne' suoi gusti si assomigli: perché non potremo supporre che questa somiglianza possa estendersi anche ai gusti delle educatrici.
N. 1. ¾ In questo esercizio il
bambino intuisce l'unità del suono e la progressione unitonica.
Applicando ciò che altrove si è detto, e cioè che la voce infantile si
deve ottenere per via di semitoni, noi faremo da prima emettere,
diatonicamente,
il breve gruppo di suoni che gli escono naturali dalla bocca *)
(generalmente, da do a fa), e, di mano in mano che l'orecchio
e la voce si vanno formando, trasporteremo il detto gruppo nel tono
immediatamente successivo, di modo che la progressione dei suoni sarà
diatonica, mentre quella del gruppo sarà semitonale.
*)Non è raro trovare bambini che non sanno produrre il do sotto al rigo. In questo caso è necessario esercitare la voce nelle note che escono senza sforzo, da re a sol, da mi a la.
In questo modo il bambino,
senza quasi avvedersene, acquisterà gradatamente tutte le note della
scala. Come si vede, lo strumento accompagnatore s'incarica di preparare
l'orecchio ad ogni suono successivo.
N. 2. ¾ Intuizione di due suoni
uguali, sempre mantenendo all'orecchio la sensazione diatonica. Anche
qui, trovandoci ancora nel periodo di formazione della voce, si ricorre alla
trasposizione della tonalità.
N. 3. ¾ L'esercizio precedente esteso
a tutta la scala di do. L'averlo messo qui non vuol dire che debba essere
eseguito subito dopo duello che lo ha preceduto. Si dia pure tempo al bambino
di estendere i suoni della sua voce anche mediante gli esercizi che
troveremo in seguito anzi facciamogli di preferenza eseguire quelli che più
gli tornano graditi. Gli esercizi che abbracciano tutta la scala o che
vanno oltre, sarà bene presentarli più tardi.
N. 4. ¾ Intuizione di tre suoni
uguali. A tempo opportuno l'educatrice darà il segno della cadenza finale.
L'utilità di questi esercizi sta, sopra tutto, nel far pronunciare con
chiarezza la parola, nel far respirare a tempo e nel far attaccare il
suono con sicurezza senza menomamente forzare l'apparato vocale.
N. 5. ¾ Intuizione di quattro suoni
uguali. Mentre colla varietà delle parole e del ritmo andiamo divertendo
il bambino, il suo orecchio si impadronisce della scala di modo maggiore, la
quale è base necessarissima di ogni educazione musicale.
N. 6. ¾ Intuizione di due suoni non
uguali. Il confronto fra suoni diversi venne già fatto nella parte che
tratta dell'educazione dell'udito, mediante suoni situati a grande
intervallo. Prima di eseguire questo esercizio si faccia ben capire al
gruppo di cui è composto, servendoci a ciò di una scala reale.
N. 7 ¾ Fin'ora non abbiamo fatto
eseguire che dei suoni ascendenti: in verità l'orecchio infantile
percepisce più facilmente l'azione del salire che del discendere: perciò
in questa seconda azione è bene andare cauti per non incorrere in difetti
d'intonazione. L'esercizio N. 7, è un primo passo in questa impresa: fa
salire la voce di grado e tosto la fa discendere dello stesso intervallo.
L'esercizio piace, perchè facile.
N. 8. ¾ Altro esercizio che sale e
discende, passando per varie tonalità. Va eseguito lentamente.
N. 9. ¾ Un terzo, rivolto al medesimo
scopo.
N. 10. ¾ Entriamo con questo, nella
fase degli esercizi che snodano la voce, mentre fanno acquistare
all'orecchio una certa indipendenza. Badi l'educatrice che sia accurata
tanto la pronuncia quanto l'intonazione fino all' ultima nota del gruppo.
Questo si ottiene facendo da prima eseguire il gruppo assai lentamente,
(gli è per questo mezzo che il bambino acquista la coscienza di ogni
singolo suono}, e facendo spesse volte pronunciare col suono la sillaba
finale.
N. 11 e 12. ¾
In questi esercizi il bambino esercita la voce e l'orecchio all'intervallo
di terza.
N. 13. ¾ Abbiamo qui il salto di
quarta, preparato, da prima, con note che vanno di grado. Si spieghi bene
la prima parte del gruppo e si dimostri, intuitivamente, come la seconda
parte non sia che il sunto della prima *).
*) Questi esercizi pratici si renderanno più
intuitivi se l'educatrice farà analizzare le note di ciascun gruppo
mediante segni grafici rappresentanti la scala. Supponiamo, ad esempio, di
voler fare intuire il gruppo dell'esercizio N. 13. L'educatrice si spiega in
questo modo: « Ho qui una scaletta di quattro scalini : (la disegna chiaramente
alla lavagna) quanti suoni dovrà emettere la mia voce per imitare questa
piccala scala? (Quattro) Ve li laccio sentire. (Eseguisce
pronunciando la sillaba pa). Li ripeto dicendo queste parole :
¾
Vie - ni - a - gio - car ¾
Avete sentito? Sul primo suono, cioè sul suono grave ho detto ¾
Vie ¾ sull’ ultimo, cioè sul suono acuto, ho
detto ¾
car ¾. lo chiamo un bambino a giocare e poi gli dico
ancora: Vien qua! e per
fare presto mi servo allora del primo e dell'ultimo suono. Sentite un po'?
(Eseguisce le due ultime note, cioè il salto di quarta). Stiamo bene
attenti, perchè il suono car è identico al suono qua.
Proviamo. (Fa ripetere il gruppo finchè l' orecchio ha ben afferrato
l'intervallo.
N. 14. ¾ È utile abituare il bambino
ad attaccare il canto sul tempo debole della battuta. Nei momenti di
silenzio l'educatrice segnerà: uno! Qui pure abbiamo, nell'accordo
arpeggiato, il salto di terza e di quarta.
N. 15. ¾ Note lunghe o messe di voce.
L'educatrice eseguisce e mostra, numerando sulle dita, la durata del
suono.
N. 16 e 17. ¾
Esercizi facili resi alquanto complicati dall'armonizzazione, e ciò perché
l'orecchio si abitua a sostenersi da sé.
N. 18. ¾ Breve gruppo in cui si trova
l'intervallo di quinta. Sta bene che il fanciullo lo apprenda, perché lo
incontrerà poi nelle melodie che andrà imparando.
N. 19 e 20. ¾
Frasi quadrate in cui si riuniscono vari intervalli.
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un po' di pubblicità (d'epoca, naturalmente...)