EDUCAZIONE DELL'UDITO EDUCAZIONE DELLA VOCE
Parte seconda: educazione dell'udito\ educazione della voce:
Che cos'è il canto, fisiologicamente parlando, se non la riproduzione vocale di suoni dianzi percepiti dall'apparato uditivo? (*)
Questa riproduzione , si capisce, sarà più o meno esatta a seconda delle circostanze che accompagnano l'atto della percezione: sviluppo del senso uditivo, disposizioni naturali musicali, negative o positive. Si potrebbe dire che l'orecchio è il consigliere, il suggeritore della voce. Più la percezione uditiva è chiara e più l'orecchio torna di aiuto alle facoltà vocali; per conseguenza l'educazione dell'udito dovrà avere la precedenza su quella della voce. Quando si parla di educazione dell'orecchio non s'intende già parlare di quella ginnastica del senso uditivo che si usa praticare con l'Infanzia allo scopo di far distinguere al fanciullo i rumori dai suoni, i suoni vari, la distanza di questi e la loro direzione. Questa è ginnastica utile al senso che si vuole sviluppare , ma poca attinenza ha con l'educazione dell'orecchio musicale propriamente detto. Qui vuolsi abituare il bambino a distinguere l'altezza, l'intensità, la quantità, la durata dei suoni: infine, anche la bellezza. indietro
importanza
dell'educazione dell'udito
L'orecchio musicale si educa ascoltando. Come l'occhio non si può coltivare al senso del bello se il bello esso non può ammirare intorno a sé, così l'orecchio deficiente non potrà iniziare la sua cultura se non sarà messo in condizione di poter ascoltare suoni melodici e armonici.
Così è che uno dei più potenti mezzi per scuotere e rinfrancare un orecchio stonato, è quello di mantenergli, più che sia possibile, l' esercizio dell'audizione. Non faccio della teoria, cito dei fatti. Fanciulli incapaci di intonare un suono su un qualsiasi grado della scala, dopo un anno all'incirca di esercizio uditivo raggiunsero e talvolta superarono (a seconda della loro intelligenza) i piccoli compagni. L'educatrice che si scoraggia alle prime prove e scarta senza remissione, rinuncia alle gradite sorprese della sua azione educativa, essendochè fra i bambini ch'ella reputa stonati potrebbe nascondersi qualche perla gentile. Insegnando il canto, si avrà occasione di sperimentare diversi casi stranissimi di deficienza dell'orecchio musicale. V'ha chi intona o non intona secondo i momenti: chi sa prendere esattamente con la voce qualunque nota in questo o quel dato punto della scala e non sa cogliere poi diatonicamente; v'ha chi per intonare ha bisogno di cantare insieme ad altri e chi invece, nel coro, perde la bussola. V'hanno orecchi che provati una, due, dieci volte, lasciano in noi la certezza che sieno ineducabili, ma dopo averli fatti assistere lunga pezza all'esercizio del canto, un bel giorno si scopre che si sono corretti da sé soli.
Chiamiamo questi casi timidezza, rozzezza, inerzia dell'organo uditivo e proviamoci a tentare su di esso dei mezzi che lo possono scuotere e incoraggiare: se non si potrà riuscire nell'intento, vorrà dire che la natura in questi casi è più forte dei nostri mezzi. indietro
Che s'intende per esercizio uditivo
L'esercizio uditivo consiste nel tenere presenti i bambini, sia intonati che stonati, a tutti quegli esercizi che possono utilmente colpire e assoggettare il loro orecchio incerto e disorientato. E' ottima abitudine ripetere più volte, in loro presenza, la scala diatonica maggiore, lentamente, senza pretendere che essi vi prestino grande attenzione,poichè la soverchia attenzione, stancando il bambino, ci porterebbe l'effetto contrario. I suoni devono entrare per la via dell'udito senza che il bambino quasi se ne accorga. indietro
Durante le leggere occupazioni manuali, mentre il bambino è intento al suo lavoro, l'educatrice mostra di cantare e suonare per proprio diletto. Pare incredibile: in quel momento il bambino è più fortemente occupato dei suoni che non del proprio lavoro. Si potrebbe credere ch'egli lavori per riflessione , mentre la sua mente resta assorbita dal suono e dal canto, ne segue il ritmo , ne tenta l'intonazione. Fra non molto il bambino avrà intuito la successione diatonica dei suoni. Ma se l'esercizio uditivo procura in molti casi al deficiente la facoltà di percepire il tono e lo induce a ponderare mentalmente gli intervalli , non lo mette però sempre in condizione di poter illustrare colla voce il suo progressivo sviluppo. Per questa bisogna si rendono necessari altri esperimenti i quali saranno veramente la palestra degli orecchi incerti, vale a dire di oltre i due terzi dei bambini che apprendiamo ad educare. indietro
il canto mnemonico in rapporto alla percezione uditivaindietro
il vocalizzo nella percezione infantileindietro
della memoria musicale in rapporto all'intonazioneindietro
esercizi pratici per intonare i suoniindietro
educando l'orecchio infantileindietro
suoni uguali e suoni differentiindietro
Idea della scala diatonicaindietro