Albert Schweitzer "Il simbolismo di Bach" Bach era un poeta e nello stesso tempo un pittore.
Questo sembra un paradosso, perché noi siamo abituati a classificare un artista giudicando dai mezzi di cui si serve per tradurre la propria vita interiore, e chiamiamo musicista chi si esprime coi suoni, pittore chi usa i colori e poeta chi si serve delle parole. Bisogna però riconoscere che queste classificazioni stabilite in base a criteri tanto esteriori, sono arbitrarie.
L'animo dell'artista è tutto un mondo in cui confluiscono insieme i doni del pittore, del poeta e del musicista in proporzioni infinitamente varie. Noi non possiamo erigere a principio generale il fatto che determinate manifestazioni debbano corrispondere sempre a quelle date emozioni ed a quei dati sogni dell'artista, e che ad esempio soltanto coi suoni si possa tradurre ciò che nel nostro intimo si presenta come un'emozione di natura musicale.
Moltissimi infatti sono gli esempi in cui un poeta si vede realizzato coi colori, o quello di un musicista con le parole, e così via; Schiller era musicista, in quanto concepiva le sue opere sotto l'impressione di sensazioni uditive. In una lettera a Körner del 25 maggio 1792, diceva: "Quando mi accingo a scrivere una poesia, nel mio spirito ne sento tutta la musicalità molto più chiaramente del contenuto, sul quale spesso non sono del tutto d'accordo neppure con me stesso." Goethe invece era pittore, tanto che pensò spesso che la sua vera vocazione fosse piuttosto la pittura. Studiò disegno con ostinata costanza e soffrì della sua incapacità a raffigurare ciò che vedeva.
E così divenne poeta pur rimanendo pittore, e compose opere che sono ritratti e paesaggi, la cui originalità è costituita sempre dalla evocazione visiva, segreto del suo genio narratore. Le lettere dalla Svizzera sono altrettanti abbozzi di quadretti e nelle lettere dall'Italia, descrive tutta la sua contentezza "per aver ricevuto il dono di saper vedere il mondo con gli occhi del pittore, e di averne sempre presenti nello spirito i quadri più belli." Visitandola in gondola, Venezia gli appariva come un continuo susseguirsi di tele della scuola veneziana.
Nietzsche era un musicista. Vi fu un momento in cui volle persino cimentarsi nella composizione e fece esaminare da Wagner i suoi tentativi. Questi hanno un valore anche inferiore ai disegni di Goethe, ma ciò non toglie che l'illustre filosofo abbia pensato per un certo periodo di avere il genio di un compositore.
E difatti egli era realmente un musicista che ha saputo introdurre nella letteratura lo stile sinfonico. Ogni sua opera è una sinfonia: se si studia da questo punto di vista "Al di là del bene e del male", vi si possono trovare persino le piccole fughe che caratterizzano le sinfonie di Beethoven.
Nietzsche fu il solo tra tutti gli ammiratori di Wagner che comprese l'anima del maestro di Bayreuth caratterizzando il suo complesso mondo artistico con queste parole così vere: "Come musicista Wagner deve essere posto tra i pittori, come poeta tra i musicisti; come artista nel senso generale della parola si deve porre tra gli attori".
Per stabilire i reciproci rapporti intercorrenti tra le varie arti, bisogna proprio partire della considerazione di questa coesistenza di tendenze artistiche diverse in una stessa personalità. Già da tempo l'estetica si è compiaciuta di formulare delle definizioni dedotte dalla particolare natura delle diverse arti, innalzando teorie e controversie su questo preconcetto arbitrario. Era perciò naturale che ne risultassero affermazioni e giudizi la cui solidità è soltanto illusoria. Quanto si è detto e scritto sulla musica descrittiva!... Per alcuni essa rappresenta il fine ultimo di tutta la musica, per altri essa è solo una degenerazione della musica pura. Ora noi non potremmo giudicare completamente falsa nessuna di queste due affermazioni diametralmente opposte, le quali pertanto racchiudono solo una parte di verità.
Come ci insegna la psicologia, tutte le arti rivelano delle tendenze "descrittive" in quanto ognuna si sforza di esprimere più di quanto non le permettono i propri mezzi espressivi; così la pittura vuol descrivere l'animazione fantastica del poeta, la poesia vuol evocare visioni plastiche e la musica vuole insieme dipingere ed esprimere delle idee; sembra insomma che anche l'anima dell'altro artista, il subcosciente, voglia esprimere i propri sentimenti. L'arte pura dunque è solo un'astrazione, poiché l'opera d'arte per essere intesa deve saper suggerire una rappresentazione complessa in cui si fondono armonizzandosi le sensazioni più diverse.
I più insigni rappresentanti della vera arte descrittiva sono per le arti figurative Michelangelo, per la musica Bach.
L'autore delle Cantante e delle Passioni era un poeta, anche se non si sapeva esprimere con eleganza, e se il suo gusto non era più raffinato di quello dei suoi contemporanei, come si vede dal fatto che tanto gli piacevano i libretti di Picander. Egli era un poeta nell'animo e quando esaminava un testo, cercava soprattutto di metterne in luce la poesia.
La lingua musicale di Bach è la più plastica e precisa che possa esistere perché ha radici e derivazioni proprio come qualsiasi lingua parlata. Nelle sue opere si trova tutta una serie di temi elementari nati da immagini visive, ognuno dei quali dà origine ad una famiglia di temi leggermente diversi a seconda delle diverse sfumature dell'idea che egli vuol tradurre in musica. Spesso la stessa radice appare così in venti o venticinque varianti diverse poiché Bach, per esprimere un'idea, ritorna sempre alla corrispondente formula fondamentale.
Egli può esprimere così ogni idea con sorprendente evidenza, e specialmente per la descrizione del dolore e della gioia la sua musica ha una tale varietà di sfumature che non si trova presso nessun altro musicista.
Quando ci si sia bene impadroniti degli elementi del suo linguaggio, anche le composizioni prive di testo letterario, come i preludi e le fughe del Wohltemperierte Klavier, diventano in un certo senso parlanti, ed esprimono anch'esse delle idee concrete. Se invece la musica è scritta su di un determinato testo, noi siamo in grado di precisarne le idee più caratteristiche ricavandole dalla sola osservazione dei temi, indipendentemente dal testo. [...]
( tratto dal volume:" Bach, il musicista poeta " di Albert Schweitzer, Suvini Zerboni ed. Milano)