s' i' fosse vento lo
tempesterei
s'i' fosse acqua i'
l'annegherei
s'i' fosse Dio
mandereil'en profondo
S'i' fosse papa, sare'
allor giocondo
tutti i cristïani
imbrigherei
s'i' fosse 'mperator
sa' che farei
a tutti mozzerei lo
capo a tondo
S'i fosse morte,
andarei da mio padre
s'i' fosse vita
fuggirei da lui
similemente farìa da
mi' madre
s'i' fosse Cecco com'i'
sono e fui
torrei le donne giovani
e leggiadre
e vecchie e laide
lasserei altrui
S'i' fosse foco arderéi
'l mondo
s' i' fosse vento lo
tempesterei
s'i' fosse acqua i'
l'annegherei
s'i' fosse Dio
mandereil'en profondo
Testo: Un sonetto di
Cecco Angiolieri (1260-1313)
Questo Sonetto venne composto verso al fine del 1200 da Cecco
Angiolieri, poeta originale e bizzarro. Aggressivo e grossolano in questo
testo, egli trasmette al lettore un atteggiamento di
trasgressione nei confronti della nuova arte poetica e dello stile artistico nascenti.
(chiamati dolce
stil novo e ars nova)
Il
cantautore si identifica qui con un menestrello medioevale, musicista
ambulante, poeta cantore che si esibiva nelle piazze e nelle strade
girando da un feudo all'altro.
ARGOMENTI
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