LA MUSICA DI BACH TRA ARTE E SCIENZA

CONFERENZA TENUTA DAL M.° MICHAEL RADULESCU IL 15/09/2000 A VICENZA

Buonasera, dopo questa introduzione molto "retorica" , non so certamente che cosa devo dire. Per cominciare , penso che il titolo "conferenza" sia un po’ esagerato, io direi piuttosto un "monologo" , considerando alcune questioni che mi preoccupano ormai da anni. Ogni anno scopro nuove risposte alle quali, però si pongono subito dieci nuove domande, tutto rimane spesso con un grande punto interrogativo.

La Musica soprattutto, almeno per me, "non esiste", in quanto è un fenomeno irripetibile, ciò che faremo domani sarà unico e irripetibile. Penso che con questa idea, come punto di partenza, dobbiamo considerare un po’ la situazione attuale nei riguardi della musica cosiddetta "antica" e della musica di Bach. Il pericolo di oggi è quello di confondere l’idea di musica con la partitura o il CD. La partitura non è la musica, ma solo un’indicazione, un itinerario che deve essere letto e capito. Il CD non è la musica, è forse un’esecuzione musicale, forse un’esecuzione che non è mai esistita , perché compilata in studio, una realtà quindi piuttosto falsa. Che cos’è la musica? La musica è quel momento di vita quando si ha la fortuna di trovarsi in "simpatia" tra chi crea e chi esegue, tra chi suona e chi canta. Una comunicazione, una simpatia, come la chiamavano gli antichi, una "resonanza" comune. Il titolo di questa serata è però un po’ ambiguo, poiché ,secondo me, non si può definire la musica di Bach tra arte e scienza.

Al tempo di Bach la musica era considerata non come arte e neppure come scienza. La Musica faceva parte ancora del 1° gruppo delle Artes Liberales, il Quadrivium. Ricordiamo infatti che dal Medioevo e anche dall’antichità, c’erano queste sette arti dette liberali, comprese nel Quadrivium e nel Trivium, le quattro arti matematiche:

ARITMETICA Studia i numeri statici

MUSICA studia i numeri in movimento

GEOMETRIA studia le forme statiche

ASTRONOMIA studia le forme in movimento

Il Quadrivium si occupa quindi dei problemi relativi alla staticità e al movimento. Quindi la Musica era intesa come arte libera, ma compresa nel quadrivium, quindi governata dal cervello (intelletto). Le altre tre arti, comprendenti il Trivium, hanno come punto di riferimento la lingua. Abbiamo dunque

GRAMMATICA

DIALETTICA (logica)

RETORICA (maniera di parlare, di esprimere).

Secondo me e credo di non essere l’unico a pensarla così, all’epoca di Bach c’era una situazione molto speciale, l’arte era considerata, almeno da Bach e da quelli della sua generazione, (anche se Telemann e Haendel avevano un diverso tipo di approccio alla musica) in primo luogo come una parte del Quadrivium, quindi una scienza e in secondo luogo era considerata da un punto di vista retorico-linguistico, come momento immediato di comunicazione. Non voglio parlare troppo di storia della musica, perché può essere un pochettino noioso, però abbiamo una situazione, secondo me molto importante in Italia: la prima e la seconda Practica come la definiva Monteverdi. La prima Practica prevedeva il cantare a tempo una composizione nello stile del Mottetto . Consideriamo che si cantava in espressione polifonica un Mottetto secondo il tempo I° , un tempo ben preciso, che introduceva ad una costruzione magistrale di combinare i suoni da tre quattro cinque e più voci, fino a cinquanta, e il suono era armonioso , in ordine perfetto per quanto riguarda l’organizzazione temporale delle proporzioni tra le diverse sezioni di una composizione.

 

 

-2-

Elementi di misura in proporzioni molto precise: era questa dunque la "prima Practica". La 2a Practica era il momento essenziale della musica , era il sentimento, la lingua parlata in affetto per "convincere" , per "commuovere" chi ascolta. Tutto ciò ha influenzato il teatro, l’opera lirica, in cui abbiamo questo "stile concitato" di Monteverdi, fatto di affetti estremamente forti, di tristezza , di gioia e di passione , anche di odio a volte. Abbiamo forse un aspetto nella storia della musica europea che ha un momento speciale, per la notazione, è forse un momento unico. Da una parte abbiamo in Italia l’invenzione della 2a Practica, dove la dissonanza armonica conta per esprimere un affetto , una passione , per parlare con la musica. D’altra parte abbiamo ,sempre in Italia , ma anche nella Germania centrale , alcuni esperimenti per superare i sistemi di temperamento antico, detto mesotonico, che ha otto terze pure , le quinte sono tutte un po’ ridotte, abbiamo accordi molto belli , quelli con le terze pure e altri che sono impossibili da realizzare. Abbiamo quindi, già abbastanza presto, alcuni tentativi per superare i limiti di questo tipo di temperamento, per andare verso quello "ben temperato" , cioè essere capaci di suonare in tutte le tonalità possibili. Una cosa per noi adesso sottintesa, allora era qualcosa di nuovo. All’epoca questo temperamento detto ben temperato, non era il temperamento "equabile" del pianoforte moderno o dell’orchestra moderna. C’erano alcune tonalità più pure, come do magg. Fa magg. Sol magg. ed altre come

fa# magg o lab magg. Che erano un po’ più tese e dissonanti e per questo avevano una caratteristica propria. Nella storia dello sviluppo spirituale in Europa, abbiamo un momento molto interessante, secondo me , che corrisponde alla Riforma Luterana. Lutero rimane , secondo me, dal punto di vista musicale , un genio, perché ha riconosciuto il valore enorme della musica per "muovere" quello che la suona o la riceve. Dopo Lutero abbiamo un gruppo di compositori in Germania, che sotto l’influenza italiana, pensiamo a Schutz che aveva studiato a Venezia, che fu proprio lui ad introdurre in Germania l’idea della 2a Practica musicale. Abbiamo dunque l’idea di convincere e di trasmettere attraverso la musica l’idea teologica. E’ una differenza essenziale tra la musica di rito cattolico dell’epoca (musica molto bella , festosa , anche colta, ma con la sola funzione di ornamento) e quella luterana., che aveva lo scopo di convincere e di commuovere i fedeli.

Come? Con la scelta di tonalità molto speciali, con la scelta di strumenti molto speciali, che assunsero valore simbolico. Abbiamo dunque questo tipo di approccio alla Musica, sempre più vicino alla retorica, al Trivium. Nel momento culminante di questo sviluppo troviamo Bach. A noi oggi appare un gigante, all’epoca era considerato un po’ "demodé" , non proprio moderno, della scuola passata, secondo l’opinione dei suoi figli, che pure lo rispettavano, ma erano alla ricerca del nuovo. All’epoca di Bach la musica era considerata "arte " nel senso di artigianato. Il Musicista, il compositore, l’organista, il cantante ,il violinista, era un artigiano che doveva "capire" la musica, "capire" come lo strumento era costruito, capire le leggi dell’acustica e della musica per poter scrivere in polifonia ecc. Ebbene, questi musicisti era quasi tutti (le eccezioni sono poche), operanti presso una corte .prima che presso una chiesa, per es. come Frescobaldi, prima di Bach.

nella generazione subito dopo Bach, quella dei suoi figli, troviamo già un’idea diversa di "artista". Il Primogenito W. Friedmann, per es. vediamo che è stato uno dei primi ad essere disoccupato come artista, una tragedia! Per anni e anni egli non ha avuto un posto e veramente ha fatto la miseria. La sorte del musicista era quella di non avere un ruolo preciso nella società.

 

-3-

Questa situazione si sviluppa verso la fine del "700. Agli inizi dell’800 finalmente l’artista viene considerato come qualche cosa di divino, quasi un eroe, un genio incompreso (pensiamo a Berlioz) . La figura dell’artista romantico, il grande Maestro viveva ai margini della società. C’era come un antagonismo tra l’artista (con strane idee proprie) e la società (troppo primitiva per comprenderle). Questo sviluppo prosegue fino al "900 in cui l’idea di artista si identifica spesso con colui che vuole spesso scioccare il pubblico. Penso che forse hanno ragione, ma talvolta però mancano di gusto. Parlando a proposito della musica di Bach, intesa come arte o scienza, cosa dire? Credo che dobbiamo vedere tutto anche in un contesto biografico di Bach. Forse non tutti sanno che nel 1738 a Lipsia venne fondata una Società semisegreta da Lorenz Mitzler , allievo di Bach. Diversi prestigiosi musicisti vennero invitati a diventare suoi membri e lo scopo era quello di riportare la musica alla sua origine pitagorica, al suo fundamentum scientifico, diremmo noi. Il blasone di questa società era costituito da due forme geometriche: un cerchio, simbolo di perfezione e un triangolo, simbolo di Trinità. Queste due forme erano circondate da api, simbolo del lavoro. Lo Statuto prescriveva che i membri della Società lavorassero come le api allo scopo di riportare la musica alle sue origini matematiche. Abbiamo anche alcuni numeri annotati in questo cerchio: 1,2,3,4,5,6 , che conosciamo come il senario di Zarlino. Essi sono i primi suoni armonici. Se abbiamo una corda, divisa in 2 otterremo l’ottava. La divisione 3 a 2 ci dà la quinta, 4 a 3 ci dà la quarta, 5 a 4 la terza maggiore pura, 6 a 5 la terza minore , mentre falso per noi è il settimo tono armonico, troppo basso, inutilizzabile. Senario simbolo dell’ordine matematico- musicale. Anche all’epoca di Bach, quindi c’era la tendenza a preservare, a voler "salvare" la musica , affinché non diventasse decadente, come nell’opera, nelle danze in stile mozartiano, nei divertimenti in stile galante. Tra i musicisti prestigiosi membri di questa società troviamo Graun, molto famoso e molto ammirato anche da Bach., Telemann, Haendel,e più tardi, nel 1746, fu ammesso anche Bach, divenendo il 14° membro di questa società. Pensiero musicale riferito alla matematica. Secondo me in questa società c’era un preciso programma: esprimere il persiero musicale in rapporto a quello matematico. Ciascuno dei membri della Società Mitzler aveva un nome greco, appartenuto ai filosofi o matematici dell’antichità.

Vediamo ora qual’era il ruolo della musica di Bach nel servizio liturgico luterano. Non si trattava di musica solo "bella", ma di musica "parlante" poiché essa in un certo senso riproduceva il sermone. Il Kantor aveva la funzione di commentare le parole del Pastore ed entrambi facevano riferimento alle Parole della Sacra Scrittura. Lo scopo della musica che scaturiva dall’ascolto del Sermone luterano era quello di parlare , di esprimere, di impressionare. Non si poteva dunque "parlare" con la musica, senza conoscere le parole. Il pubblico all’epoca di Bach si può dire che aveva una conoscenza sintattica di base. Era in grado di cogliere piccole espressioni musicali , gruppi di note che avevano un significato. Per e. Alcune note congiunte ascendenti formavano una ANABASI e potevano significare la lode, la gloria o la risurrezione. Qualcosa che va diretto verso l’alto. Un gruppo di note che scendevano era detto CATABASI , come qualcosa che viene verso di noi oppure che scende verso il basso. Può essere la grazia o anche la morte. Momenti raffinati sono poi i cromatismi, che realizzati con il temperamento inequabile creavano una particolare tensione sia armonica che melodica a dir poco "dolorosa". Può simboleggiare la sofferenza, qualcosa di molto crudele, la morte o la crocifissione. Dal punto di vista ritmico, abbiamo spesso il ritmo di danza . Matthensohn, contemporaneo di Bach, accenna a danze che adottavano come C.F. un corale luterano.

 

 

-4-

Lui dà un esempio di questo stile realizzando una sarabanda, una giga, un minuetto con un tema di un corale luterano. Questo stile "coreutico" che evidenzia e conferma l’idea barocca di movimento. Il minuetto all’epoca di Bach veniva eseguito abbastanza velocemente, per conferire un’idea di gioia. Ascoltiamo dunque un minuetto molto speciale e brillante eseguito da tutta l’orchestra: è il Gloria dalla Messa in si minore. Prima di ascoltare vorrei anticipare un aspetto veramente sorprendente. Le battute di 3/8 dall’inizio alla fine sono esattamente 100. Il coro è in re maggiore e presenta un’importante cadenza in la maggiore, dividendo la composizione in due sezioni di cui la prima è lunga esattamente 64 battute, la seconda 36.

Abbiamo qui l’idea della proporzione tra le diverse sezioni. Zarlino parlava già di questa media aritmetico-armonica, quando dividiamo un’ottava in due parti uguali, troviamo che fa# è il punto centrale, una cosa acusticamente insostenibile. L’ottava può essere divisa in una quinta e in una quarta o viceversa.

Tutto questo pensiero basato sulle proporzioni, lo troviamo molto spesso nella musica di Bach.

Questo (Gloria) è un esempio fantastico! :

1a sezione = 64 battute 64 corrisponde a 16X4

2a sezione = 36 battute 36 corrisponde a 9X4 E’ IL TEOREMA DI PITAGORA !!!!

Totale = 100 battute 100 corrisponde a 25X4

Queste idee formali nell’opera di Bach non sono un’eccezione.Molto spesso le troviamo nelle Cantate e nelle opere per clavicembalo. Qusta concezione, direi, piuttosto "platonica" esprime l’idea della bellezza, intesa come l’armonia delle forme e delle proporzioni . Un altro momento, secondo me molto importante in questo contesto, è l’uso di uno stile particolare per esprimere un’idea ben precisa. Nella stessa Messa in si minore, il Coro del CREDO (Symbolum Nicaenum), troviamo che egli utilizza lo stile antico (stylus gravis) lo stile vocale,alla breve. Il cugino di Bach, Walther, definisce questo stile come "maestoso" che attira la nostr anima verso sentimenti di pietà e di fede. In questo Coro a 5 voci, non raddoppiate il basso esegue sempre delle semiminime, senza interruzione, per dare un’idea martellante:" questa è la forza della nostra fede!" Lutero si basa per la sua teologia alla dottrina di S.Paolo,per l’idea della fede. Nelle Epistole la fede deriva dall’ascolto. Nell’orecchio e nella capacità di scoltare si realizza la nostra fede. Su questa idea centrale si basa anche la dottrina luterana, idea essenziale anche nella musica corale e organistica di Bach. Il tema del Credo nella Messa in si min. è di derivazione gregoriana, nello stile grave e senza ornamenti. Si è parlato e si parla ancora della numerologia bachiana e della corrispondenza numerica delle lettere alfabetiche. L’Alfabeto ebraico arrivava oltre il numero 400 (di cui l’ultima lettera rappresenta la morte). Abbiamo formulato qualche ipotesi che anche Bach avesse usato questi numeri per formulare qualche parola o frase, o pensiero.

La discussione è abbastanza aggressiva qualche volta , ci sono colleghi che si rifiutano completamente di crederci. Altri invece sono molto convinti e contano tutto, trovano sempre qualcosa, più o meno affascinante. Abbiamo fonti ben precise. Io personalmente ho scoperto una fonte nel maggio scorso e la riceverò in fac-simile.

(continua)

  indietro